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News - 20/09/2021

Tumori cerebrali, al Ceinge analisi completa con il profilo di metilazione

Al CEINGE e in pochi altri centri europei è possibile effettuare l’analisi del profilo di metilazione (metiloma) sul DNA estratto da tessuto tumore cerebrale. Una sorta di “barcode” del tumore, che conserva caratteristiche della cellula da cui ha avuto origine la neoplasia e assume profili identitari della neoplasia stessa.

Si tratta di un tipo di indagine che fornisce la completa profilazione molecolare che a breve sarà inserita tra quelle indispensabili per la corretta e completa definizione del tipo di cancro nelle raccomandazioni internazionali dettate dalla WHO (World Health Organization, l’autorità responsabile per la salute pubblica delle Nazioni Unite).

In particolare, l’analisi del metiloma nei tumori cerebrali ha mostrato eccezionali capacità di identificare, attraverso una singola indagine e con grande precisione, l’origine del tumore, ciascun sottotipo tumorale e tutte le principali alterazioni molecolari acquisite dallo specifico tumore.

«I gliomi sono tumori primitivi del sistema nervoso centrale, considerati rari, ma la cui incidenza è in costante aumento e ad oggi è stimata intorno ai 7-9 casi su 100.000 individui – spiega Lorenzo Chiariotti (nella foto), ordinario di patologia generale dell’Università degli Studi Federico II e Responsabile del Laboratorio di Epigenetica del CEINGE, che sta portando avanti il lavoro insieme a Rosa Della Monica, specializzanda di genetica medica e responsabile della fase analitica, genetica ed epigenetica dei tumori cerebrali –. Si parla di una malattia insidiosa, i cui segni e sintomi possono insorgere tardivamente. La diagnosi precoce e la resezione chirurgica insieme ad un adeguato trattamento chemioterapico tempestivo possono essere risolutive per le forme tumorali di basso grado. Al contrario, per le forme di più alto grado, le armi a disposizione dei clinici sono ancora insufficienti e talora poco risolutive, nonostante i continui passi avanti che la comunità scientifica sta facendo in questa direzione. Ne deriva che una corretta e quanto più precisa caratterizzazione molecolare del tumore possono essere fondamentali nel definire il “management” del paziente».

Un’indagine diagnostica basata su un approccio “whole genome” che permette di valutare lo stato di metilazione di 850.000 citosine nel contesto di siti CpG diffusi su tutto il genoma tumorale e di estrapolare dunque informazioni sullo stato di metilazione di tutti i geni presenti nel genoma umano.

«Sin dall’esordio mi sono occupato dell’epigenetica e del suo coinvolgimento in diverse patologie – continua Chiariotti –. Il CEINGE possiede tutte le attrezzature e personale con elevata esperienza e competenze indispensabili per poter svolgere un’indagine così sofisticata e all’avanguardia».

L’analisi completa viene fornita come appendice del referto molecolare classico, gratuitamente a tutti i centri ed ai pazienti che lo richiedono.

«L’indagine epigenetica che effettuiamo (metiloma e sua interpretazione) – chiarisce Lorenzo Chiariotti – è un supplemento rispetto a quello che “routinariamete” viene richiesto. Alla fine del nostro referto, alleghiamo un’appendice in cui aggiungiamo tutte le informazioni molecolari caratterizzanti la lesione neoplastica. Inoltre, tutti i dati crudi, insieme con le informazioni cliniche, contribuiscono ad arricchire la banca dati internazionale gestita dalla Università di Basilea (CH) con cui siamo in attiva collaborazione.

La prospettiva futura è di estendere l’analisi del profilo epigenomico anche ad altri tipi di tumori del Sistema Nervoso Centrale, soprattutto per quelli che possono avere un’aggressività biologica nascosta. È il caso dei Meningiomi, in particolare quelli che rientrano nella classe degli Atipici (WHO-II) che sebbene possano sembrare poco aggressivi dal punto di vista morfologico, in realtà possono essere scoperti da “signatures” molecolari di aggressività. «È proprio in questi casi che diventa fondamentale tempestività della identificazione, al fine di evitare possibili recidive o progressioni di malattia», conclude Chiariotti. Infine, al di là delle malattie oncologiche, prospetta nel prossimo futuro l’estensione dell’uso dei metilomi anche per la diagnosi di oltre 60 malattie genetiche rare.

 

Alessandra Buono