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News - 26/06/2020

Tumore alla mammella Triplo-Negativo, verso il vaccino

La scoperta è stata fatta dai ricercatori guidati da Massimo Zollo, professore di Genetica all'Università Federico II di Napoli e Principal Investigator del CEINGE

In questo studio è stata dimostrata l'efficacia terapeutica di un vaccino anti-tumorale nel ridurre la progressione del tumore e la disseminazione metastatica al polmone. Gli esperimenti in vivo sono stati fatti su un modello di carcinoma mammario metastatico “triplo negativo”.

«Si tratta del tumore mammario con alto rischio di metastatizzare al cervello, al polmone ed alle viscere - spiega il professor Zollo - e si sviluppa nelle donne con prevalenza in età post menopausa dopo i 50 anni di vita. E' scatenato da eventi genetici molecolari che non lasciano che poche armi terapeutiche. È fortemente metastatico e ha una peculiarità: è noto che in queste forme tumorali l’aggressività e la ricorrenza anche dopo cure invasive siano dovute principalmente alla presenza di cellule tumorali resistenti. Abbiamo sviluppato, grazie a tecniche di chimica sintetica, una molecola che mima un recettore comune nel carcinoma mammario umano, e l'abbiamo testata nei topi per generare una risposta anticorpale, come vaccino. Tale vaccino (mime[4]CRM) è risultato in grado di educare i linfociti T nei topi a riconoscere le cellule tumorali stesse, e di conseguenza, di attivare una risposta immunitaria pro-infiammatoria anti-tumorale nel microambiente tumorale, riducendo sia la crescita del tumore, che le metastasi a distanza nel polmone. In futuro potrebbe diventare una terapia fondamentale da affiancare a quelle già disponibili». 

Questi risultati aprono le porte a nuovi studi clinici basati sull’utilizzo di vaccini anti-tumorali in pazienti affetti da carcinoma mammario metastatico. Dalle dimostrazioni dell’effetto in vitro, e della sua non tossicità si è passati ai saggi in vivo con i quali sono state identificate le componenti immunitarie e la loro polarizzazione ad attaccare la componente tumorale. I ricercatori hanno così compreso il meccanismo di azione anti-tumorale del vaccino.

«La strada è ancora lunga -  aggiunge Massimo Zollo - non è ancora chiaro, infatti, se le cellule tumorali cambiano vestito durante la progressione tumorale e come lo fanno nel dettaglio, in modo da evadere la risposta immunitaria mediata della cellule T».

La ricerca del prof. Zollo è stata finanziata oltre che dall’AIRC, anche dalla Comunità Europea EUFP6/EUFP7 e PON 01–02388/1 2007–2013, e POR Rete delle Tecnologie in Campania Movie.

Tra le istituzioni coinvolte, oltre al CEINGE, dove sono stati condotti gli esperimenti in vivo, ci sono l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, l’Università di Grenoble Alpes France, il CNR-IOM di Grenoble, l’Università di Rioja Madre de Dios , Spagna, La società GSK di Siena, Italia.

In questo studio quattro gruppi di ricerca coordinati dai professori Cristina Nativi,  Amedeo Amedei, (dell’Università di Firenze), Renata Grifantini dell’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, e dal team di ricerca  del professore Massimo Zollo composto dalle dottoresse Fathemeh Asadzadeh e  Veronica Ferrucci. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista “iSCIENCE (Cell Press).

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